Anatomie de “Le grenier de vivi”

Valentina ama i cavalli e la campagna. Dopo aver lavorato nel mondo della moda, ha lasciato tutto per realizzare il suo sogno:le grenier de vivi.

Se amate le borse che ricordano le vecchie cartelle da scuola, i tessuti retrò e apprezzate il made in Italy, non potrete non amare le grenier de vivi!

Perchè hai creato “le grenier de vivi”?
Era un piccolo sogno che ho sempre avuto,ma non sono mai riuscita a dedicarmici totalmente per via del lavoro e del tempo a disposizione e poi un anno fa ho deciso di cambiare vita, ho lasciato Moschino, mi sono trasferita in campagna, ho scelto di dedicarmi ai cavalli e al mio sogno e così è nato le grenier de vivi.

Dove possiamo acquistare le tue collezioni?
Sul sito www.legrenierdevivi.com e da Tug store a milano in via Muratori,6.

Cosa ti ha insegnato la tua esperienza professionale da Moschino?
Sicuramente la cura del dettaglio, mai lasciare nulla al caso e la leggerezza e il divertimento anche in giornate infinite.

Qual è l’evento che ti ha cambiato la vita?
Direi l’incontro con i cavalli, da lì è nato un amore che dura da tutta la vita e che mi ha “riportato”dopo diverse esperienza affrontate sulla mia vera strada.

Cosa collezioni?
Non ne ho mai fatta una…

Dove trovi i tessuti?
Ho dei fornitori con cui lavoro da anni, fin da quando ero da Moschino, con cui mi trovo benissimo e so che all’occorrenza possono farmi rovistare nei loro archivi in cui amo perdermi.

Cosa ti ispira?
Parto sempre dalla ricerca tessuti, dal tatto, le sensazioni che mi danno nel toccarli e da lì l’ispirazione a creare una storia.

Cosa ami dei cavalli?
La loro sensibilità sono degli animali pazzeschi,istintivi poco confidenti, ma quando riesci a conquistare la loro fiducia il legame che si crea è unico, è un vero e proprio rapporto di complicità. Sono animali da 6 tonnellate se decidono di fare quello che vogliono non puoi niente contro di loro e pensare che, solo con le sensazioni e i movimenti del tuo corpo, riesci a guidarli è unico è una fiducia che loro ripongono totalmente in te. Ti si affidano totalmente per questo diventa un binomio perché non sei certo tu che li comandi da sola ma è una complicità e un affidarsi quello che ti porta a montarli e, come con le persone, non è che perché sai stare in sella puoi cavalcare qualsiasi cavallo, se non c’è affiatamento te ne accorgi e diventa un lavoro meccanico che non ti porta a nulla.

Che cosa ha a che fare la moda con la natura, la campagna e i cavalli?
E’ una passione unita alla decisione di seguire la mia strada e vivere la mia vita come ho sempre voluto, è diventato tutto naturale.

5 pezzi vintage nel tuo armadio
Arrivano tutti dal guardaroba di mia madre,una giacca da sera in tessuto laminato di Valentino,un cappotto di cachemire cammello fatto da un sarto a cui lei si affidava, una gonna e un top a fiori presi in un mercatino vintage di Parigi e una giacca fucsia con spalline molto anni 80!!

pezzi vintage

5 cose da fare a Milano
bere un bicchiere di vino alle Cantine Isola di Paolo Sarpi, provare i rigatoni al pomodoro del Vecchio Porco di Via Messina,un pomeriggio al Planetario nei giardini di Porta Venezia,farsi una passeggiata in una Milano deserta in pieno agosto e regalarsi una super coccola da Bahama Mama in via Col di Lana per una perfetta manicure insieme a un acquisto vintage proposto dalla loro selezione.

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Valentina loves horses and the countryside. After having worked in the fashion industry, she left everything behind to realize her dream: le grenier de vivi. If you like bags, reminding you of old messenger bags for school, retro fabrics and you appreciate unique pieces made in Italy, you will love le grenier de vivi!

Why did you start “le grenier de vivi”?
I always had this little dream, but I couldn’t devote myself entirely to it due to work and time constraints. Then one year ago I decided to change my life: I left Moschino and moved to the countryside; I chose to devote myself to horses and to my dream, and that’s how “le grenier de vivi” began.

Where can we buy your collections?
On my website http://www.legrenierdevivi.com or at the Tug store in Milan, Via Muratori 6.

What did your previous job at Moschino teach you?
Definitely an attention to detail, never leave anything to chance, and to bring a sense of lightness and fun even to days that never seem to end.

What event changed your life?
I would say when I first set eyes on horses. This sparked a lifelong love which has always brought me back to my true path even after several different experiences.

What do you collect?
I’ve never really collected anything.

Where do you find your fabrics?
I’ve been working with my suppliers for years, ever since I worked at Moschino. I have a very good relationship with them and I know that if I need to they’ll let me rummage through their archives where I love getting lost.

Where do you get your inspiration?
I always start by looking at the fabrics and their feel: the feelings I get when I touch them and this inspires me to create a story.

What do you love about horses?
Their sensitivity, they are wild, instinctive and shy animals, but when you gain their trust you will establish a special bond with them, a really close relationship. They weigh over 6 tonnes and if they decide to do what they want you can’t do anything about it, the only way you can lead them is with the feelings and movements of your body: it’s a unique trust they place in you. They completely rely on you and this becomes a kind of symbiosis because you’re not sure whether you alone are in control of them. It’s more of a complicity and trust which brings you to ride them and, as with people, just because you are able to sit on a saddle it doesn’t mean that you can ride any horse. You will soon realise if you’re lacking an understanding and it will become mechanical work that will bring you nothing.

What does fashion have in common with nature, the countryside and horses?
It’s a passion of mine that I have combined with my decision to follow my own path and live my life as I always wanted – It has become quite natural.

Tell us about 5 vintage pieces in your wardrobe.
They all come from my mother’s wardrobe: a Valentino’s evening jacket in laminated fabric, a camel cashmere coat made by her tailor, a skirt and a top with flowers bought in a flea market in Paris, as well as a fuchsia jacket with shoulder pads straight out of the 80s!!

Give us 5 things to do in Milan
Drink a glass of wine at Cantine Isola in Via Paolo Sarpi, try the rigatoni in tomato sauce at Vecchio Porco in Via Messina, spend an afternoon at the Planetarium located in the gardens of Porta Venezia, take a stroll through deserted Milan in mid-August or treat yourself to a real pampering at Bahanma Mama in Via Col di Lana for the perfect manicure, where you can also buy something vintage from their selection.

Anatomia di un archivio gotico

Lei è la favolosa Fabiola di archivioGotico.

E’ una traduttrice, una paper-sniffer, un’amante del vintage e io mi sono innamorata del suo negozio su Etsy.

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Qual è la tua storia?
Sono nata in Inghilterra da genitori italiani. Dell’Inghilterra mi ricordo il sole che d’inverno tramontava alle 3 del pomeriggio e le giornate mutevoli, la vecchia scuola e una certa inquietudine. E la pioggia, ovviamente. La mia famiglia si è trasferita in Italia, in provincia di Modena, anni dopo. È stato difficile e penso che il trasferimento abbia influito sul mio carattere. Mi ha reso un po’ strana e con un certo gusto per i ricordi, il passato e tutto ciò che sa di struggente! Di italiano sapevo poco o nulla e ho imparato le base leggendo i fumetti di Topolino. Vivo ancora in provincia di Modena e tutte le caratteristiche mi sono rimaste.

Quando hai iniziato a lavorare come traduttrice tecnica?
Ho iniziato per caso. Ho lasciato l’università e non trovavo lavoro. Facendo un corso gratuito per fare il contabile (!), mi è stato vivamente consigliato di lasciare perdere e di rivolgermi a uno studio di traduzioni. L’ho fatto. Ero senza esperienza ma volenterosa di imparare e non avevo grandi aspettative economiche. Combinazione micidiale per un datore di lavoro! Ormai faccio questo mestiere da oltre 20 anni. Mi piace il settore meccanico, gli ingranaggi e gli impianti automatizzati con le loro fotocellule che autorizzano o negano. Sembra vuoto e privo di fascino e invece non è così.

In che modo il vintage si ricollega alla traduzione o viceversa?
Non saprei a dire la verità! Domanda difficile e mi piacerebbe rispondere in maniera originale. Nel mio caso, il legame è del tutto casuale. Mi sono avvicinata a entrambi i mondi, chiamiamoli così, in maniera casuale e assolutamente non romantica. Probabilmente per necessità. Un tempo, il vintage costava poco. Infatti, ‘vintage’ mi fa venire in mente i ‘rag-and bone-shops’ dell’austerità post-belllica piuttosto che il mondo raffinato che è diventato ora. E alle traduzioni mi sono avvicinata perché era un’alternativa di lavoro possibile. Un piccola luce in fondo al tunnel. Non è una relazione diretta ma un legame c’è.

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Qual è la tua poesia preferita?
Non leggo molte poesie. Alle poesie mi avvicino con reverenza. Le reputo una forma di conoscenza e una fonte di rivelazione. Disporre le parole svela mondi diversi. Mi piacciono le Lucy Poems di Wordsworth. L’ultima parte è davvero commuovente. E ‘And did those feet in ancient time’ di William Blake, conosciuta anche come Jerusalem, che è anche uno splendido inno. Che talvolta canticchio.

Com’è iniziato “archivioGotico”?
Sempre per caso! Mi è sempre piaciuto pasticciare con la carta. Da giovane, quando non si avevano computer a disposizione, creavo riviste finte ritagliando disegni e articoli da altri giornali e incollandoli per creare qualcosa di nuovo. Sia io sia mia sorella abbiamo sempre giocato moltissimo con la carta, che ci procurava mio padre che lavorava in tipografia. Non mi ricordo bene come è iniziato tutto. Qualche volta capita così. Ti viene in mente un’idea e poi provi a realizzarla e poi tutto inizia a svolgersi. Ho iniziato con le cartoline. Le stampavo io e, viste le mie scarse conoscenze tipografiche, ho faticato non poco a stamparle in modo accettabile. Avevo già un e-shop di abbigliamento vintage su Etsy e così ho deciso di proporre anche gli oggetti di carta. Il negozio doveva chiamarsi GoticoArchivio. Chissà quali altri nomi mi erano venuti in mente! Peccato che non abbia alcun metodo e che non registro nulla dei processi creativi. Magari non serve a nulla ma sarebbe certamente divertente da riguardare negli anni a venire.

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Quali sono i tuoi posti preferiti in cui trovare oggetti e carta vintage?
Il vintage mi piace trovarlo ai mercatini e in quelle botteghe di roba di seconda mano. Il vintage deve essere una scoperta e anche un affare, altrimenti una parte del piacere si smarrisce. Deve essere qualcosa di smesso e non riconosciuto, dimenticato e trascurato. Così è come una ricerca da cavaliere medioevale. C’è un racconto che parla di una vecchia signora che trova il Graal in un negozio Oxfam e se lo porta a casa. Giungerà Parsifal a reclamarlo. Mi piace. A proposito, è di Neil Gaiman e credo si chiami ‘Cavalleria’ in italiano. Per quanto riguarda la carta, è difficile trovarne di bella qui nei dintorni. Bisogna andare a Bologna o, meglio ancora, a Milano. Io la cerco un po’ ovunque. Anche nel magazzino dell’ufficio, dove se ne trova di bella e ingiallita. Spesso ne compro su internet. L’obiettivo è utilizzare solo carta e materiali riciclati.

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Qual è il tuo pezzo vintage preferito?
Sicuramente i libri! Ho una minuscola collezione. Niente di prezioso ma è così bello guardarla!

Cosa ti ispira?
I ricordi e la musica. Qualsiasi musica, purché di buona fattura! Ho una predilezione per il buon pop inglese, quello che non ha etichette, suonata da anti-popstar. In realtà, l’ispirazione la trovi ovunque. Sfogli una rivista, trovi un vecchio libro o una vecchia foto. Gli stimoli sono troppi! Davvero. E io soffro di grave complesso di inferiorità.

Cosa collezioni?
Libri vecchi, etichette vecchie. Prima collezionavo gatti, in tutte le forme. Ma non sono molto metodica.

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5 cose da fare a Modena
Modena non mi piace molto. Non per Modena, che è una città piacevole con un Duomo fantastico, ma non riesco ad affezionarmi. Innanzitutto, se venite a Modena, mangiate! Il cibo è buono, ricco e di qualità. Beveteci anche sopra, soprattutto se amate i vini poco impegnativi e frizzanti. Visitate il Duomo. Fate un giro nei dintorni e in collina. Ci sono tanti bei angoli e piccoli tesori.

Qual è la cosa più carina che qualcuno può dire di te?
Una volta una bimba che volevo farmi amica mi ha definito ‘weird’ che non è molto bello. Ero terribilmente dispiaciuta. Ma mi piace quando la gente mi definisce strana.

Ambizioni?
Fare qualcosa per bene e con tutte le conoscenze del caso. Che sia cucire, riparare le prese elettriche, collezionare francobolli. Sapere fare qualcosa bene e con amore è una gran cosa. Vorrei riuscire a suonare – bene – la chitarra, che suonicchio. Mi piacerebbe vivere di archiviogotico e diventare editore indipendente ma molto molto molto piccolo.Ho provato a realizzare qualche piccolo libro, con la preziosa collaborazione nonché le magiche parole del mio compagno, Andrea. Vorrei pubblicare piccole cose, non solo mie ma di altri. Cose fatte bene e con il cuore. Rendere felici le persone cui voglio bene. Mi piacerebbe anche fare il prestigiatore, il busker, la rockstar ma mi accontento.

She is the fabulous Fabiola of archivioGotico.

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She is a translator, a paper-sniffer, a vintage lover and I fell in love with her Etsy shop.

What’s your history?
I was born in England but my parents are Italian. Of England I remember the sun setting at 3 pm, variable days, my old school and a certain restlessness. And the rain, of course. My family moved to Italy years after, to the district of Modena. Moving was difficult and I think it did have a big effect on my character. It made me stranger than I actually was before and gifted me with a love for memories, the past and everything melancholy! I didn’t speak much Italian and learnt the basics from Mickey Mouse comics in Italian. I still live near Modena and most of the characteristics mentioned above are still there.

When did you start working as a tecnical translator?
I started by chance. I had left university and couldn’t find a job. I was attending a course to be an accountant and was strongly advised not to continue and to address my skills to a translation agency. So I did. I had no experience but was willing to learn and I didn’t expect much money. A wonderful combination for an employer. I have been translating for over 20 years. I love technical translations, especially in the field of mechanical devices and automated equipment. It sounds boring and charmless but it isn’t.

How does vintage relate to translation or viceversa?
I really don’t know. It’s a difficult question and I’d like to give an original answer. In my particular case, the relationship is fortuitous. I approached both worlds – if that’s a suitable word – by chance and in a totally unromantic manner. From necessity, probably. Once, vintage was cheap. Vintage makes me think of post-war austerity and rag-and-bone shops rather than the refined vintage memorabilia we’re used to today. I approached translations as an alternative to having no job. That’s not a direct relationship but it does say something about me.

What is you favourite poem?
I don’t read much poetry. I believe that poetry is a form of knowledge and a revelation so it deserves respect. I love Wordsworth’s The Lucy Poems. They are particularly touching. And ‘And did those feet in ancient time’ by William Blake, also known as Jerusalem, which is also a beautiful anthem. I still like singing it.

How “archivioGotico” started?
By chance, of course! I have always loved meddling around with paper. When I was a teenager and we didn’t have computers, I used to cut out bits of magazines, assemble and glue them to create something new. My sister and I have always played a lot with paper, which my Dad brought home from his job in a printing factory. I don’t really remember how it all began. You get an idea and then you start working on it and there you are! I started with postcards. I printed them myself but it was a very messy activity. I was selling vintage on Etsy and I thought it would be a nice idea to try selling some of my creations. I thought of lots of names. Pity I never keep notes of my work. It would have been funny to read them later on.

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What are your favourite places to find vintage things or paper?
I like markets, scruffy ones and thrift shops. Vintage is supposed to be a discovery (or rediscovery) and a bargain. Otherwise it’s not as much fun, is it? You find something that has been totally forgotten, that has been neglected and that is unloved. It’s like a medieval quest. There’s this story about an old lady who finds the Holy Grail in an Oxfam shop, takes it home and puts it on her mantelpiece. I like that. It’s by Neil Gaiman, by the way and is called Chivalry. As far as paper is concerned, I must say that it’s rather difficult to find nice paper where I live. You have to go to Bologna or even Milan. So I buy a lot on the Internet. I have found some good paper in my office cupboard. Nice and yellow. The aim is to use only recycled paper.

What is your favourite vintage piece?                                                                                                                                                                Books! I have got a miniature collection of vintage books. Nothing precious but it’s lovely to look at them.

What inspires you?
Memories, music. Any music, as long as it’s well-made. I love good quality English pop, of the kind you cannot define properly and played by people that don’t look like pop stars at all. You can find inspiration anywhere, in magazines, in old books or photos. In people you meet. There is really too much inspiration around. It’s confusing sometimes. And I suffer from inferiority complex.

What do you collect?
Old books, old tickets. I used to collect anything to do with cats. But I have no method whatsoever.

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5 things to do in Modena
I actually don’t like Modena. It’s a pretty town with a marvelous cathedral but I am not really very very fond of it (sorry). Anyway, if you come to Modena, first of all eat. There’s lots of good and tasty food to try. And drink, especially if you like red sparkling wine. And visit the Cathedral of course. It was consecrated in 1184 and is a World Heritage Site. Tour the hilly countryside around. There are lots of lovely nooks and treasures.

What is the nicest thing someone can say about you?
Once a girl I was fond of when I was small said I was ‘weird’. I was very upset.
But I like people to tell me I’m strange.

Ambitions?

Doing something properly. Anything. Sewing, repairing plugs and sockets, collecting stamps. Doing something well and with care and dedication is brilliant. I’d like to play the guitar properly too. I do play but I’m awful. I’d like to turn archiviogotico into a full time job and be a publisher. A tiny tiny independent publisher. I have made a few attempts with the invaluable help and magical ‘word-manship’ of my partner, Andrea. I’d like to publish little books, made with love and care. And I’d like to make the people I love happy. And I wouldn’t mind being a magician, a busker or a rockstar.