Anatomia di MosMea

 

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Nel laboratorio magico di Francesca Genetti prendono vita creature meravigliose che vivono in un mondo incantato. Dalle sue mani nascono creazioni che mescolano poesia, favole e natura.

1.Questo blog si chiama Anatomie des mots: l’anatomia delle parole è una grammatica segreta, la loro intima connessione con le cose che ci circondano. Potresti fare l’anatomia delle parole “MosMea”?

Mi piace molto giocare con le parole, da sempre amo creare neologismi per indicare situazioni o stati d’animo del tutto personali, proprio come in una grammatica segreta. Il termine MosMea è nato per caso ormai più di una decina di anni fa su un treno di pendolari e dopo una noiosa giornata di lavoro d’ufficio in cui i pensieri mi hanno portato a coniare un suono nuovo che potesse esprimere quel che avrei voluto fare “da grande” (in un periodo in cui non ero per nulla soddisfatta di come stavo impiegando le mie giornate).

E’ un latinismo, nella forma volutamente non corretto, che coniuga il termine “mos moris” che solitamente indica un’ usanza, un costume, qualcosa di connesso al carattere e al comportamento con il pronome possessivo “meus, mea, meum”.

All’orecchio fa eco al detto latino “Mors tua, vita mea ” espressione che si usa per dire che il fallimento di qualcuno costituisce requisito indispensabile per il successo di un qualcun altro, in una sorta di competizione esistenziale, che a quel tempo vivevo molto in termini interiori.

Inizialmente è nato come l’abbinamento di due parole distinte “Mos Mea” ma poi tanto più le persone tendevano ad identificarmi con questo nome le due parole si sono spontaneamente fuse in un unico termine “MosMea”, che oramai è diventato una sorta di secondo nome per me.

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2. Come è nata MosMea?

MosMea è un non luogo dell’anima (ma anche una stanza fisica nella mia casa) dove la mia creatività prende forma ed è sostanzialmente nata dalla pressione di questa nel volersi e doversi trovare uno spazio costante nel mio quotidiano, cosa che a causa del lavoro che svolgevo all’epoca stava man mano venendo meno.

Da quando ricordo ho sempre avuto la necessità di “fare cose” con le mani per raggiungere una tranquillità interiore. “Creare” in senso molto ampio è ciò che mi permette di trovare un giusto equilibrio nel mio mondo personale, fra me e me e fra me e ciò che mi circonda. Realizzare cose, di varia natura è sempre stato il mio hobby, ma ho anche sempre pensato che un hobby potesse perdere di fascino nel diventare mero lavoro. Quando poi ho iniziato ad avere un impiego lavorativo fisso che impegnava la mia quotidianità in un ambito per nulla creativo ho anche realizzato quanto il perdere il contatto con questa parte di me mi stesse indebolendo, così ho cambiato idea e con un po’ di coraggio, parecchia incoscienza e molta fortuna mi sono licenziata dal lavoro l’ufficio che avevo e tempo qualche mese ho organizzato e aperto il mio piccolo laboratorio artigianale in cui nel corso degli anni mi sono cimentata in diverse attività creative (dalla pelletteria, al ricamo, la stampa, la sartoria…)

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3. Qual è il tuo background creativo?

In tutto ciò che faccio sono completamente autodidatta. Sono laureata in Economia e Commercio, e la creatività non ha mai fatto parte del mio percorso formale di studi. Da quando ricordo ho avuto una naturale inclinazione creativa, provengo da una famiglia in cui l’arte ha sempre avuto ampio spazio, ma di fatto ciò che ho imparato a realizzare nel corso degli anni sia come tecniche che come processi creativi è frutto del caso così come della mia curiosità.

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4.Dove trovi ispirazione per le tue creazioni?

Ogni creazione è spunto creativo per quella successiva, in un continuo di tentativi, sperimentazioni tanti fallimenti e qualche soddisfazione. Amo fortemente la natura, e traggo profondo nutrimento da lunghe passeggiate all’aria aperta, sola con il mio cane e da lì spesso me ne torno in laboratorio con in testa un gran fermento creativo.

5. Quali sono gli artisti che più ami?

Sono onnivora di qualsiasi forma d’arte, ma se parliamo di textile art adoro le bambole di Annie Montgomerie , le creature di Johanna Flanagan e ovviamente il magico mondo di Mister Finch.

6.Come trasformi un’idea in un prodotto?

Sono una persona poco programmatica e molto disordinata, in genere trovo che le creazioni prendano forma da sole, lasciando che le mani seguano quel che sentono debbano fare in quel momento.

Diverso è il discorso per creazioni fatte su ordinazione: in quel caso spesso gli spunti e le richieste dei clienti sono il motore di tutto il processo creativo.

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7. Dove trovi i materiali naturali che usi?

Potessi vivrei nella natura e all’aria aperta, ma mi limito a lunghe passeggiate nei boschi. Ovunque vada torno sempre a casa con qualche piccola cosa dal posto in cui sono andata: una piuma raccolta, un sasso dalla forma particolare, un ramo scovato dal mio cane, semi colorati, nidi abbandonati. Metto tutto in una scatola, dove queste cose perdono il loro tempo per poi al momento giusto essere ripescate e prender parte a qualche creazione.

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8. Cosa collezioni?

Amo il mondo dell’illustrazione e colleziono libri illustrati per bambini, ne ho sempre meno di quanti avrei voluto comprare. Amo gli oggetti vecchi che hanno una storia da raccontare e passerei giornate intere a mercatini del vintage, vecchie soffitte, negozi di rigattieri e perfino in discarica. Ho una piccola wunderkammer di oggetti naturali, in genere trovati nelle mie passeggiate. Da poco ho iniziato a collezionare (o forse sarebbe meglio dire adottare) orsetti persi da bambini distratti: li raccolgo per strada, li consolo e li porto a casa. Lì dove li ho trovati, lascio un biglietto con il mio recapito nel caso il bimbo distratto stesse cercando il suo amico perso.

9. Di quali abitudini passate e forse perse senti di più la nostalgia?

Non sono una persona nostalgica, ma a volte mi piacerebbe poter tornare a quel semplice stato mentale dei bambini che quando si incontrano anche se non si conoscono si ritrovano immediatamente complici nel gioco.

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10. Qual è il tuo sogno di felicità?

Rimanere curiosa della vita ed empatica con il mondo e trarre da ciò la giusta energia perchè chi mi incontra lo sia a sua volta nei mie confronti.

E poi certo, poter continuare a creare con le mani finchè mi sarà possibile.

11. 5 cose da fare a Rovereto

Una passeggiata al bosco della città all’ora dell’imbrunire salendo dal centro storico attraverso le vecchie strade vuote, un tuffo ai laghetti del torrente Leno (ma se è inverno e si gela optate per una visita al museo d’arte Mart), un concertino jazz una sera d’estate al Circolo Operaio Santa Maria , a Settembre il festival di danza contemporanea Oriente Occidente, un’abbondante colazione con una Bionda (brioche con tanta crema quanta non ne potete immaginare) alla Pasticceria Andreatta.

Anatomia dei cesti di Ollie Ella

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Per chi li ama, i cesti in casa non bastano mai! Ottimi per contenere di tutto, li uso tantissimo per libri, giornali e per i giochi di mio figlio. A terra, appesi, allineati sugli scaffali sono un’ottima soluzione per l’organizzazione! Dopo questa introduzione, è inutile dire che ho amato sin dal primo sguardo Olli Ella, il marchio inglese, nato nel 2009 da un’idea delle sorelle Chloe e Olivia Brookman. In particolare, i loro cesti fair trade per bambini, sono praticamente adorabili.  C’è il cesto portagiochi con le ruote, il cestino da picnic, che però può essere utilizzato anche diversamente, e la borsa che diventa cesta da bici!

Ovviamente sul loro sito trovate una serie di altri cesti. Quindi se ancora non l’avete fatto, andate a darci un’occhiata!

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Anatomia di Arbanella Art

 

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Arbanella Art è il brand italiano di Beatrice Minuto: una talentuosa e giovane artista che realizza ceramiche e disegni ispirati al suo territorio.  Potete acquistare le sue deliziose creazioni nel suo negozio online oppure direttamente al laboratorio di ceramica a Celle Ligure. L’ho intervistata per saperne di più su di lei e su come è nato Arbanella Art.

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Questo blog si chiama Anatomie des mots: l’anatomia delle parole è una grammatica segreta, la loro intima connessione con le cose che ci circondano. Potresti fare l’anatomia della parola “Arbanella”?

Ho scelto di chiamarmi “Arbanella” innanzitutto perché non avevo intenzione di mettere il mio nome per intero. Mi sono trovata a dover cercare uno pseudonimo e la mente mi ha portato subito a un nome familiare che nel nostro dialetto vuol dire “vasetto di vetro”. Utilizzato soprattutto da mia nonna per le conserve e le marmellate. Era una parola molto utilizzata, con un suono un po’ magico. Non l’ho scelta tanto per il significato intrinseco, ma per quello che aveva per me, legato alla mia terra e alla mia famiglia.

Raccontaci un po’ di te

Fin da subito ho scelto di buttarmi nel mondo dell’ arte frequentando il liceo artistico a Savona e in seguito Disegno Industriale a Milano. Sapevo con sicurezza di non voler stare dietro a una scrivania ma in una bottega e cosi ho deciso buttarmi in questa avventura e ho cercato maestri disposti a insegnarmi. Insegnamenti che solo da chi ha il mestiere in mano si possono imparare, non dietro ai banchi di scuola, e così ho fatto. Ho scelto l’arte di muovere testa e mani contemporaneamente.

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Quando hai iniziato ad interessarti alla ceramica?

Ho sempre avuto molti interessi in campo manuale nel corso degli anni, ma la mia storia con la ceramica parte da quando ero una bambina, mia mamma l’ha sempre lavorata.

 

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Dove trovi ispirazione?

La risposta potrebbe essere: tutto. Da un viaggio in treno al barista che mi serve il caffè la mattina: tutto è fonte d’ispirazione!

Ma per rispondere alla domanda, la mia ispirazione principale è il territorio in cui vivo: mare, gabbiani, ulivi e le forme che la natura mi suggerisce.

 

Com’ è la tua giornata tipo?

Mi sveglio e vado in bottega (ovviamente dopo una bella colazione).

Il mio primo pensiero è quello di portare a termine le consegne e lavorare ai desideri che mi commissionano i clienti ma anche pensare a nuove forme ed idee da proporre.

Tutto senza mai dimenticarmi di portare a spasso il cane e farmi due risate con le amiche.

Cosa molto importante è  anche ritagliare tempo per fotografare e dedicarsi ai social, ai quali sono molto affezionata.

Quali sono gli artisti che più ami?

Sarà banale ma al primo posto metto Leonardo Da Vinci; la sua curiosità e la sua capacità di progettare.

Un altro artista da me molto amato è Egon Schiele, per il tratto nervoso e indagatore della sua matita.

E poi Enzo Mari, per l’essenzialità e la concretezza che ha nel progetto.

Mi fermo a questi tre importanti artisti, ma la lista potrebbe essere infinita!

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Come trasformi un’idea in un prodotto?

Avendo studiato disegno industriale il mio procedimento parte sempre dalla funzionalità che deve avere un oggetto.

Prima di essere bello deve essere utile.

Molte volte parto da disegni e schizzi ma sono anche tante le volte che l’oggetto esce direttamente dalle mani.

 

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Cosa collezioni?

Da bambina ricordo che collezionavo  piume e ali di farfalla , adesso non c’è un oggetto in particolare che colleziono ma per ogni momento bello che vivo amo tenere un oggetto che lo rappresenti.

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Di quali abitudini passate e forse perse senti di più la nostalgia?

Rimpiango molto non avere il tempo di fare il pane e passeggiare all’aperto come ero abituata a fare, prima di aprire il laboratorio ovviamente.

Qual è il tuo sogno di felicità?

Dopo tutti i sacrifici e gli sforzi compiuti per realizzare e rendere concreta la mia idea di lavoro, il mio sogno è quello di svegliarmi sempre con l’entusiasmo e l’amore che provo per quello che faccio.

Cosa c’è nel futuro di Arbanella?

Non so di preciso cosa aspettarmi dal futuro, spero di continuare a lavorare per quello che amo e ampliare le mie collaborazioni, senza chiudere nessuna porta a occasioni future.

 5 cose da fare a Celle Ligure

Non ho mai nascosto di essere innamorata del mio paese, anche se piccolo e pieno di difetti.

1. Sicuramente fare colazione con focaccia e cappuccino è una delle 5 cose che             consiglierei a chi visita Celle.

2. D’estate è inevitabile fare un tuffo nelle nostre bellissime acque, caratterizzate da un mare pulitissimo.

3. D’inverno è meraviglioso apprezzare,nel silenzio, il rumore di una mareggiata .

4. Visitare la bellissima “Passeggiata Romana” sospesa sul mare dalla quale si può ammirare tutta la bellezza della nostra costa.

5. Prendere la funicolare e immergersi in un’antica pineta ricca di magia e scorci di panorama mozzafiato.

Anatomie de la semaine

Il calendario segna l’arrivo dell’autunno. La luce cambia, il cielo comincia a macchiarsi di grigio, la sveglia suona sempre prima, il forno torna ad essere attivo, ricomincio ad infilarmi (non senza fatica) le scarpe chiuse, il mix di sentimenti pre-autunnali serpeggiano sulla mia fronte e torno a scovare meraviglie.

Ecco la breve rassegna delle cose che ho trovato e che mi sono piaciute questa settimana.

 

 

 

 

 

 

Anatomie de la semaine

Questa è una breve rassegna delle cose che ho trovato e che mi sono piaciute questa settimana.

  • Avete mai pensato di inscatolare una storia d’amore?
  • Se siete in fase di decluttering queste app potranno di certo esservi utili
  • Il nuovo stupendo e utilissimo libro di Karen Mordechai, Simple Fare: Spring/Summer: A Guide to Everyday Cooking and Eating.  Karen Mordechai  è la fondatrice di Sunday Suppers, la famosa comunità di food e design con base a South Williamsburg, Brooklyn. Le ricette sono pensate per essere semplici e ciascuna offre dai 3 ai 5 ingredienti alternativi da poter utilizzare nella stessa preparazione. Con 68 ricette e 97 variazioni, Simple Fare è una raccolta di oltre 165 ricette stagionali. Un libro che non può assolutamente mancare negli scaffali degli appassionati di cucina e dei cuochi alle prime armi.

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  •  Se sarete al Salone del Libro di Torino fate un salto anche al Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama che ospita la mostra La Stampa fotografa un’epoca , un’esposizione di 500 foto che celebra i 150 anni del quotidiano.

 

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Una famiglia carica la sua Fiat 500 prima di partire per le vacanze, 1985 – A family loading its Fiat 500 before leaving on holiday, 1985 (Sergio Solavaggione/ Archivio La Stampa).

Buon weekend,

Anatomie

Anatomie de la semaine

Questa è una breve rassegna delle cose che ho trovato e che mi sono piaciute questa settimana.

  • L’account Instagram onesto e divertente di un papà londinese di quattro bimbe che racconta la sua quotidianità.
  • Mattoncini di cartone grandi come mattoni veri ??! Esistono? Sì, si chiamano Edo, sono fatti in Italia e stimolano l’ingegno dei piccoli.
  • Fino a domani a Bologna c’è  Il Mondo Creativo  presso Bologna Fiere.
  • Se avete amato il manuale di Marie Kondo, guru del riordino nonché autrice del bestseller “Il magico potere del riordino. Il metodo giapponese che trasforma i vostri spazi e la vostra vita” non potrete non amare “La gioia del riordino in cucina. Cambia la tua vita partendo dal cuore della casa“di Roberta Schira
  • Fino al 5 gennaio alla 10b photography gallery di Roma ci sarà Where streets have no names, mostra dedicata a Vivian Maier.
  • Siete in fissa con il velluto, grande trend di stagione? Non vivete senza ballerine? Allora le ballerine Mia Moltrasio sono proprio quello che fa per voi!
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Image source: https://www.miamoltrasio.com/it

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Baci,

Anatomie

Anatomia di un calendario

E’ appena passata la metà del mese di novembre e non so perché ma mi ritrovo come ogni anno nel vortice delle idee e delle liste, ahimè, infinite per il Natale.

Al primo posto della mia lista c’è la necessità urgente di trovare o creare un calendario dell’avvento e mentre ero alla ricerca di qualche idea ho trovato per puro caso un delizioso negozio danese online dedicato ai bambini che si chiama FABELAB.

Le loro due versioni del calendario dell’avvento sono perfette, belle, accattivanti e giocose.

La prima si chiama In the woods

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Image Source: https://fabelab.myshopify.com/

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e la seconda In the snow

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Che ne dite? Ottima idea, vero?

 

 

 

 

Anatomia della Market Bag di Apolis

Se state cercando una borsa per fare la spesa che sia comoda e al contempo bella, personalizzabile con il nome della città in cui abitate e addirittura sostenibile, quella in vendita sul sito del brand californiano Apolis è quella che fa per voi!

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Image via: http://www.finelifeco.com

Realizzata a mano dalle mamme lavoratrici in Bangladesh che ricevono un salario equo, la borsa è fatta in fibra di juta naturale con un rivestimento interno impermeabile e cinghie di cuoio fissate con vecchi rivetti di nichel – quindi è abbastanza robusta da poter trasportare una o tre bottiglie di vino.

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La borsa, come accennato sopra, è personalizzabile. E’ possibile creare la propria borsa per la spesa inserendo fino a tre righe di testo che saranno stampate a mano sulla “market bag”. Non vi resta che andare sul sito!

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Image source: http://www.chloewendesign.com/

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Anatomia dei maglionicini di Hades – Some Girls Are Bigger Than Others

Sì, lo so che forse è troppo presto per parlare di aria frizzante e maglioni, ma questi maglioncini sono davvero irresistibili!!

Hades, nato nel 2015, è un marchio di maglieria inglese, specializzato in lana di alta qualità proveniente dalla Scozia. La prima collezione invernale, “Some Girls Are Bigger Than Others” celebra i nomi di quattro band: i Sonic Youth, The Smiths, The Slits e Patti Smith.

Al momento la collezione Hades è disponibile solamente da Liberty e sul sito hades-shop.co.uk.

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Image source: http://www.hades-shop.co.uk

 

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Image source: http://www.hades-shop.co.uk
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Image source: http://www.hades-shop.co.uk/
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Image source: http://www.hades-shop.co.uk/

I know that maybe it’s too early to talk about crispy air and sweaters, but these band knits are enchanting!! Established in 2015, Hades is a British knitwear brand, specialising in high quality wool from Scotland. Its debut winter collection, “Some Girls Are Bigger Than Others”celebrates the names of four bands: Sonic Youth, The Smiths, The Slits and Patti Smith.

Hades is now available exclusively at Liberty and at hades-shop.co.uk.

Anatomie de la semaine

Quando ormai pensavo di aver chiuso con i malanni invernali, lunedì la febbre ha di nuovo bussato alla porta e così questo weekend sarà decisamente casalingo. Voi, invece, cosa farete? Vi auguro un meraviglioso fine settimana di luglio!!!

Questa è una breve rassegna delle cose che ho trovato e che mi sono piaciute questa settimana.

1.Avete visto la Summer Capsule Collection di Moi Je Joue Lab ? Questa piccola collezione è una vera festa per gli occhi!

Questa collezione si compone di pochi pezzi, femminili, delicati, preziosi…
Tessuti leggeri e fluttuanti, stampe delicatissime e tagli morbidi pensati per esaltare la femminilità di ogni donna.
Tutti i capi sono stati realizzati interamente in Italia con filati scelti e fibre naturali.
Ogni dettaglio è stato pensato e realizzato con cura ed amore per rendere ogni singolo capo unico e speciale“.

 

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Image source: https://www.facebook.com/moijejouelab/

 

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Image source: https://www.facebook.com/moijejouelab/
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Image source: https://www.facebook.com/moijejouelab/
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Image source: https://www.facebook.com/moijejouelab/

 

2.10 consigli per coltivare l’amore per la lettura nei nostri figli

3.Avete ancora vecchie videocassette?

4. Chi ha inventato il tiramisù?

5. I pavimenti di Londra

6. Che cosa ci può capitare se non abbiamo continuamente il telefono sottomano

 

 

This is just a short list of things I found and loved this week. 

1.Did you see the Moi Je Joue Lab Summer Capsule Collection ? This small collection is a feast for the eyes!

2.Ten ways to cultivate a love for reading in your children

3.Your old video tapes could be worth a lot of money

4.Who invented the tiramisu?

5.Things that will happen if I don’t take my phone out right now 

Have a wonderful July weekend!