Anatomia di Firulì Firulà

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Firulì Firulà è un marchio di abbigliamento per bambini da 0 a 6 anni, nato dalla creatività di Rosa D’Agostino. I vestiti, che lei stessa realizza, sono intrisi di nostalgia e romanticismo e rilevano una squisita abilità manuale.

1. Che cos’è Firulì Firulà?
È il mio piano B. Un sogno che ho faticato a riconoscere. Uno stato dell’anima. Sono io!

2. Come è nata l’idea di Firulì Firulà?
Un vestitino dopo l’altro. Da principio quasi un divertissement, poi una vera urgenza creativa. Alla fine una scelta convinta, maturata grazie al sostegno di mio marito. Grazie Fabio.

3.Quando hai iniziato ad interessarti all’abbigliamento per bambini?
Durante la mia prima gravidanza. Curiosando tra gli shop online dedicati all’infanzia ho scoperto – e con grande entusiasmo! – che esistevano designer e brand che proponevano capi di alta qualità, frutto di un vero ingegno creativo, e sopratutto fuori dai circuiti della grande distribuzione.

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4.Dove trovi ispirazione?
Curiosando nel passato, sempre. Sono una nostalgica e le atmosfere retrò mi affascinano fatalmente. Dai cartoni animati, ai libri illustrati, passando per le tazze da te.

5.Cosa ritieni importante quando disegni gli abiti per i bambini?
I bambini.

6. Questo blog si chiama Anatomie des mots: l’anatomia delle parole è una grammatica segreta, la loro intima connessione con le cose che ci circondano. Potresti fare l’anatomia delle parole “Firulì Firulà”?                                                                                                               Firulì Firulà è il fischiettare scanzonato di chi col sole in faccia se ne va per la via, saltellando quasi. Ed è anche il fischiettare soddisfatto che mi risuona in testa quando un nuovo progetto sta prendendo forma tra ritagli di stoffa e capocchie di spilli.

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7.Sei un’imprenditrice e mamma di due bambini. Come concili lavoro e famiglia?
Imprenditrice, io??!? No no no, prego. Sono una artigiana molto appassionata e non nascondo l’impegno e le fatiche alla mia famiglia perchè è anche questo una lezione di vita.

8. Qual è il tuo libro per bambini preferito?
Pinocchio, nella sua versione originale.

9.Di quali abitudini passate e forse perse senti di più la nostalgia?
I fazzoletti di cotone, per esempio. Ma potrei citarne diverse altre. Sono una nostalgica, l’ho già detto? 🙂

10. Il tuo sogno di felicità
Diventare nonna.

11. 5 cose da fare a Milano
Perdersi con la testa tra le stelle al Planetario, meglio se in compagnia di una mano da stringere.
Ordinare un ombrello su misura – l’ombrello per la vita – magari dal disegno retrò, nello storico laboratorio Maglia.
Prendere un caffe alla bottega Hodeidah e nel mentre scegliere un ‘ricordo’ goloso da portare a casa.
Rilassarsi un momento al piccolo e grazioso Orto Botanico di Brera.
Attraversare il cortile di Palazzo Bagatti Valsecchi in un giorno feriale e lasciarsi tentare dal Salumaio di Montenapoleone.

 

1.What is Firulì Firulà?

It’s my plan B. A dream that I struggled to recognize. A state of the soul.

2.How was the idea behind Firulì Firulà born?

One dress after another. From the beginning almost a diversion, then a real creative urgency. Eventually a well-thought choice made thanks to the support of my husband. Thanks, Fabio.
3.When did you first become interested in children’s clothing?

During my first pregnancy. By browsing online shops dedicated to children, I discovered – with great enthusiasm! – that there were designers and brands that offered high quality garments (the result of a true creative genius) and especially  besides the usual large retailers.

4.Where does your inspiration come from?

By browsing in the past, always. I am a nostalgic and I am dramatically fascinated by retro atmospheres. From cartoons, to illustrated books, through tea cups.

5. What do you believe is important when designing children’s clothes?

Children.

6.This blog is called Anatomie des mots: the anatomy of words is a secret grammar, their intimate connection with things around us. Could you anatomize the words Firulì Firulà”?

Firulì Firulà is the lighthearted whistling noise of those who walk with the sun shining on their faces, almost hopping. And it is also the happy whistling  in my head when a new project is taking shape, between scraps of cloth and pinheads.

7.You are an entrepreneur and mother of two. How do you balance work and family life?

Businesswoman, me ??!? No, no, no, please. I am a very passionate artisan and I do not hide the commitment and efforts from my family because this is also a life lesson.

8.What is your favourite children’s book?

Pinocchio, in the original version.

9.What past or maybe lost habits do you feel most nostalgic about?

Cotton handkerchiefs, for example. But I could mention many others. I am a nostalgic, haven’t I mentioned it? 🙂

10.What is your dream of happiness?

Becoming a grandmother.

11.Tell us 5 things to do in Milan

Get lost with your head in the stars at the Planetarium, preferably in the company of a hand to hold.
Order a custom made umbrella – the umbrella for life – maybe with a retro design, at the historic workshop Maglia.
Have a coffee at bottega Hodeidah while choosing a tasty ‘souvenir’ to take home.
Relax yourself for a moment at the small and charming Brera Botanical Garden.
Cross the courtyard of Palazzo Bagatti Valsecchi on a weekday and allow yourself to be tempted by the  Salumaio of Montenapoleone.

 

 

 

 

 

Anatomie de “Sine Modus”

Sine Modus nasce nel 2012 dall’amicizia tra Chiara e Manuela, e dalla loro passione per il vintage. Lo scorso ottobre Sine Modus ovvero Chiara e Manuela hanno aperto il loro store Sine Modus Milano in via Pomponazzi 22.

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I turbanti Sine Modus sono realizzati a mano, con stoffe che deriviamo da capi vintage o second-hand scelti con cura e tanta selezione per avere così tessuti esclusivi: gonne, camicie, abiti vengono smontati per essere rielaborati nella forma di questi splendidi copricapi.

Il turbante è un accessorio sofisticato ed elegante che ricorda le dive hollywoodiane degli anni 70 e che resta un pezzo immancabile nel guardaroba di ogni donna.

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Com’è nata la vostra passione per la moda vintage?
La nostra passione si può dire risalga alla nostra infanzia, quando entrambe andavamo ai mercatini dell’usato, molto frequenti giù da noi in Campania, dove puoi trovare dei capi meravigliosi, delle vere chicche, dei tesori di tessuto, semplicemente rovistando un po’ nel mucchio di “panni” che gli ambulanti vendono a poco. Fra le “pezze americane” (così le chiamano al sud) è nato tutto. Poi chiaramente ci siamo documentate, abbiamo approfondito l’argomento e allora è subentrata una maggiore ricerca, in negozi specializzati, spesso anche a Londra.

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Che cosa vi ispira?
Ci ispira unicità, esclusività, eleganza, personalità.

Come si indossa il turbante?
Non c’è una regola per indossare un turbante, va bene sempre, in qualsiasi momento della giornata, con qualsiasi stile, è un accessorio da portare con disinvoltura, solo così ti “vestirà”, regalandoti quel tocco in più, che fa la differenza.

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Dove trovate i tessuti per realizzare i vostri turbanti?
I nostri turbanti vengono realizzati a mano da noi, nel nostro laboratorio qui a Milano e impieghiamo tessuti che ricaviamo da capi vintage. Molto spesso succede che vecchie gonne, vestiti, camicie presentino tessuti e fantasie meravigliose, ma magari qui o lì un po’ rovinati o obsoleti nello stile, da qui la scelta di ridare loro nuova vita.

Se aveste spazio illimitato cosa collezionereste?
Manuela sicuramente cappelli, io gioielli.

I 5 pezzi vintage da avere
l tubino in macramè, un montone, un Borsalino, un gioiello, un trench di Burberry.

Di quali abitudini passate e forse perse sentite di più la nostalgia?
Io ho nostalgia del risveglio nella mia casa d’origine, a Paestum, dove ancora abitano i miei genitori, svegliarsi lì significa fare colazione con loro e poi andare a fare una passeggiata al mare, gesti semplici, ma che riempiono il cuore. Manu: “il pranzo domenicale dalla nonna materna.

Come nasce l’idea di un negozio a Milano?
E’ stata la naturale evoluzione del nostro lavoro, portato avanti negli ultimi due anni sui social e con il nostro sito internet. Avevamo bisogno di un laboratorio e di un luogo fisico dove poter interagire personalmente con le clienti, poiché lo scambio, di pareri e valori, dal vivo dà un valore aggiunto al nostro lavoro.

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L’angolo preferito del vostro negozio
Più che un angolo è una parete, realizzata in modo che sembrasse antica e sulla quale abbiamo voluto due specchi barocchi. E’ evocativa e calda.

Il vostro sogno di felicità
Che questo lavoro si evolva ancora, per poter comunicare attraverso quello che sarà un vero e proprio concept la nostra passione per l’arte, la letteratura, il design oltre che per la moda.

5 cose da fare a Milano
Fare un salto in Corso Como, presso la Galleria Sozzani (dove ci sono sempre delle bellissime mostre di fotografia), andare allo spazio Oberdan, per le rassegne di Cinema d’epoca, mangiare Sushi al Temakinho, andare a ballare al Tunnel al sabato per la serata Le Cannibale, passeggiare nei giardini Indro Montanelli, in Porta Venezia per poi rifugiarsi al Gam, una galleria di Arte Moderna meravigliosa.

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Sine Modus was born out of the friendship between Chiara and Manuela, and a shared passion for vintage in 2012. Last October they opened their store Sine Modus Milano in Via Pomponazzi 22. The turbans Sine Modus are entirely handmade with fabrics from vintage or second-hand exclusive fabrics: skirts, shirts, clothes  processed to become these gorgeous hats. The turban is a sophisticated and elegant accessory that is reminiscent of the Hollywood stars in the 70s and remains a must in every woman’s wardrobe.

Where did your passion for vintage fashion come from?
Our passion dates back to our childhood, when we both went to flea markets in Campania, where you can find some wonderful pieces, hidden gems, treasures of fabric, just poking out of  huge pile of clothings sold by street vendor. Everything started from the “American pieces” (as they call them in Southern Italy). Then of course we researched, we examined the subject, and we made research in specialty stores, often in London.

What inspires you most?
We are inspired by uniqueness, elegance and personality.

How to wear a turban
There is no rule to wear a turban, it is always perfect, at any time of the day, with any style. It is an easy to wear accessory, just wear it with nonchalance, and it will go the extra mile making the difference.

Where do you find the fabrics for your turbans?
Our turbans are handmade by us in our workshop here in Milan and we use materials deriving from vintage pieces. It happens very often that old skirts, dresses, blouses with wonderful fabrics and patterns, a little spoiled or outdated in style, are given a new life.

If you had unlimited space what are the things you would collect?
Manuela definitely hats, and I’d collect jewels.

5 vintage must-have items
A macramé sheath, a shearling, a Borsalino hat, a jewel, a Burberry trench coat.

What past or maybe lost habits do you feel most nostalgic about?
I miss waking up in the house where I was born, in Paestum, where my parents are still living, waking up there means having breakfast with them and then go for a walk by the sea, simple gestures, but they feel your heart. Manu: “Sunday lunch at her maternal grandmother.

Where did you get the idea for your shop in Milan?
It was the natural evolution of our work carried out over the last two years on the social media and on our website. We needed a lab and a physical place where you can interact personally with your customers, as the exchange of opinions and values in person gives added value to our work.

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Favourite corner of your shop
It’s more than just a corner, it’s a wall realized in a way that seems ancient and where we wanted two baroque mirrors. It’s evocative and warm.

What is your dream of happiness?
We want to improve our project, to be able to communicate through a real concept our passion for art, literature, design as well as for fashion.

Give us 5 things to do in Milan
Take a walk through the Corso Como’s racks and displays, Galleria Carla Sozzani worths a visit (there are always striking photo exhibits), visit Spazio Oberdan is the location for screenings and initiatives of the Fondazione Cineteca Italiana, eating Sushi at Temaquino, go dancing at the Tunnel on Saturday night for “Le Cannibale” event, take a stroll through the Indro Montanelli Public Gardens, in Porta Venezia and then visit GAM, a wonderful Gallery of Modern Art.

Anatomie de “Le grenier de vivi”

Valentina ama i cavalli e la campagna. Dopo aver lavorato nel mondo della moda, ha lasciato tutto per realizzare il suo sogno:le grenier de vivi.

Se amate le borse che ricordano le vecchie cartelle da scuola, i tessuti retrò e apprezzate il made in Italy, non potrete non amare le grenier de vivi!

Perchè hai creato “le grenier de vivi”?
Era un piccolo sogno che ho sempre avuto,ma non sono mai riuscita a dedicarmici totalmente per via del lavoro e del tempo a disposizione e poi un anno fa ho deciso di cambiare vita, ho lasciato Moschino, mi sono trasferita in campagna, ho scelto di dedicarmi ai cavalli e al mio sogno e così è nato le grenier de vivi.

Dove possiamo acquistare le tue collezioni?
Sul sito www.legrenierdevivi.com e da Tug store a milano in via Muratori,6.

Cosa ti ha insegnato la tua esperienza professionale da Moschino?
Sicuramente la cura del dettaglio, mai lasciare nulla al caso e la leggerezza e il divertimento anche in giornate infinite.

Qual è l’evento che ti ha cambiato la vita?
Direi l’incontro con i cavalli, da lì è nato un amore che dura da tutta la vita e che mi ha “riportato”dopo diverse esperienza affrontate sulla mia vera strada.

Cosa collezioni?
Non ne ho mai fatta una…

Dove trovi i tessuti?
Ho dei fornitori con cui lavoro da anni, fin da quando ero da Moschino, con cui mi trovo benissimo e so che all’occorrenza possono farmi rovistare nei loro archivi in cui amo perdermi.

Cosa ti ispira?
Parto sempre dalla ricerca tessuti, dal tatto, le sensazioni che mi danno nel toccarli e da lì l’ispirazione a creare una storia.

Cosa ami dei cavalli?
La loro sensibilità sono degli animali pazzeschi,istintivi poco confidenti, ma quando riesci a conquistare la loro fiducia il legame che si crea è unico, è un vero e proprio rapporto di complicità. Sono animali da 6 tonnellate se decidono di fare quello che vogliono non puoi niente contro di loro e pensare che, solo con le sensazioni e i movimenti del tuo corpo, riesci a guidarli è unico è una fiducia che loro ripongono totalmente in te. Ti si affidano totalmente per questo diventa un binomio perché non sei certo tu che li comandi da sola ma è una complicità e un affidarsi quello che ti porta a montarli e, come con le persone, non è che perché sai stare in sella puoi cavalcare qualsiasi cavallo, se non c’è affiatamento te ne accorgi e diventa un lavoro meccanico che non ti porta a nulla.

Che cosa ha a che fare la moda con la natura, la campagna e i cavalli?
E’ una passione unita alla decisione di seguire la mia strada e vivere la mia vita come ho sempre voluto, è diventato tutto naturale.

5 pezzi vintage nel tuo armadio
Arrivano tutti dal guardaroba di mia madre,una giacca da sera in tessuto laminato di Valentino,un cappotto di cachemire cammello fatto da un sarto a cui lei si affidava, una gonna e un top a fiori presi in un mercatino vintage di Parigi e una giacca fucsia con spalline molto anni 80!!

pezzi vintage

5 cose da fare a Milano
bere un bicchiere di vino alle Cantine Isola di Paolo Sarpi, provare i rigatoni al pomodoro del Vecchio Porco di Via Messina,un pomeriggio al Planetario nei giardini di Porta Venezia,farsi una passeggiata in una Milano deserta in pieno agosto e regalarsi una super coccola da Bahama Mama in via Col di Lana per una perfetta manicure insieme a un acquisto vintage proposto dalla loro selezione.

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Valentina loves horses and the countryside. After having worked in the fashion industry, she left everything behind to realize her dream: le grenier de vivi. If you like bags, reminding you of old messenger bags for school, retro fabrics and you appreciate unique pieces made in Italy, you will love le grenier de vivi!

Why did you start “le grenier de vivi”?
I always had this little dream, but I couldn’t devote myself entirely to it due to work and time constraints. Then one year ago I decided to change my life: I left Moschino and moved to the countryside; I chose to devote myself to horses and to my dream, and that’s how “le grenier de vivi” began.

Where can we buy your collections?
On my website http://www.legrenierdevivi.com or at the Tug store in Milan, Via Muratori 6.

What did your previous job at Moschino teach you?
Definitely an attention to detail, never leave anything to chance, and to bring a sense of lightness and fun even to days that never seem to end.

What event changed your life?
I would say when I first set eyes on horses. This sparked a lifelong love which has always brought me back to my true path even after several different experiences.

What do you collect?
I’ve never really collected anything.

Where do you find your fabrics?
I’ve been working with my suppliers for years, ever since I worked at Moschino. I have a very good relationship with them and I know that if I need to they’ll let me rummage through their archives where I love getting lost.

Where do you get your inspiration?
I always start by looking at the fabrics and their feel: the feelings I get when I touch them and this inspires me to create a story.

What do you love about horses?
Their sensitivity, they are wild, instinctive and shy animals, but when you gain their trust you will establish a special bond with them, a really close relationship. They weigh over 6 tonnes and if they decide to do what they want you can’t do anything about it, the only way you can lead them is with the feelings and movements of your body: it’s a unique trust they place in you. They completely rely on you and this becomes a kind of symbiosis because you’re not sure whether you alone are in control of them. It’s more of a complicity and trust which brings you to ride them and, as with people, just because you are able to sit on a saddle it doesn’t mean that you can ride any horse. You will soon realise if you’re lacking an understanding and it will become mechanical work that will bring you nothing.

What does fashion have in common with nature, the countryside and horses?
It’s a passion of mine that I have combined with my decision to follow my own path and live my life as I always wanted – It has become quite natural.

Tell us about 5 vintage pieces in your wardrobe.
They all come from my mother’s wardrobe: a Valentino’s evening jacket in laminated fabric, a camel cashmere coat made by her tailor, a skirt and a top with flowers bought in a flea market in Paris, as well as a fuchsia jacket with shoulder pads straight out of the 80s!!

Give us 5 things to do in Milan
Drink a glass of wine at Cantine Isola in Via Paolo Sarpi, try the rigatoni in tomato sauce at Vecchio Porco in Via Messina, spend an afternoon at the Planetarium located in the gardens of Porta Venezia, take a stroll through deserted Milan in mid-August or treat yourself to a real pampering at Bahanma Mama in Via Col di Lana for the perfect manicure, where you can also buy something vintage from their selection.

“Se le persone stanno bene, lavorano meglio” parola di Jean Nouvel

ufficio-moderno-488La maggior parte dei traduttori freelance lavora da casa e una serie di studi recenti mostra un boom dell’homeworking.

Jean Nouvel, architetto francese fra i più importanti del nostro tempo, non poteva non intercettare questa nuova tendenza.

Alla scorsa edizione del Salone del Mobile di Milano ha svelato il suo ultimo “Progetto: Ufficio da abitare”, 4 spazi che ridefiniscono l’ambiente di lavoro. Al bando gli uffici monotoni e alienanti.

«Dal momento in cui ci si libera da tutti i sistemi clonati e alienanti, si nota che sono molte le soluzioni possibili», ha spiegato Nouvel. «È necessario progettare e pensare il lavoro in modo alternativo: un ufficio, dovunque si trovi, deve essere uno spazio a se stante, identificabile, trasformabile, carico di umanità, pieno di storia e di oggetti, un luogo piacevole e relazionale». ufficio-moderno-488