Quando Margaret Kleveland e sua sorella Katherine sono diventate madri hanno capito che le rispettive carriere nel campo della moda non facevano più per loro.
In poco tempo hanno dato vita a Dôen, una linea di abbigliamento casual e bohémien che si ispira alla California degli anni passati, e più precisamente a Santa Barbara, la città in cui sono crescite le due sorelle.
Oltre a loro, fanno parte del brand altre cinque partner, tutte donne, tra cui la fotografa Hilary Walsh e l’artista Allie Furlotti. Le sorelle Kleveland conoscono alcune di loro fin dall’infanzia; altre hanno lavorato con loro nel settore della moda.
“Proveniamo da esperienze simili, in cui le donne pur gestendo totalmente le attività non ne erano mai le proprietarie”, ha detto Margaret.
“Fin dall’inizio abbiamo pensato: diamo potere alle donne con cui abbiamo lavorato e conosciamo, che non hanno avuto l’opportunità di avviare le imprese di cui hanno fatto parte” ha aggiunto Katherine.
Hanno esteso questa loro filosofia al modo in cui producono i loro capi di abbigliamento: tutte le fabbriche a cui dà lavoro Dôen – in India e in Perù – sono di proprietà o in comproprietà delle donne e sono gestite in maniera etica. E la loro fabbrica in India aiuta a mandare le figlie delle dipendenti a scuola.
In poche parole, un brand che vuole coniugare empowerment femminile e sviluppo sostenibile. Ottimo, no?
Dôen ha appena lanciato la nuova collezione per l’autunno, è in vendita sul sito shopdoen.com.
Sì, lo so che forse è troppo presto per parlare di aria frizzante e maglioni, ma questi maglioncini sono davvero irresistibili!!
Hades, nato nel 2015, è un marchio di maglieria inglese, specializzato in lana di alta qualità proveniente dalla Scozia. La prima collezione invernale, “Some Girls Are Bigger Than Others” celebra i nomi di quattro band: i Sonic Youth, The Smiths, The Slits e Patti Smith.
I know that maybe it’s too early to talk about crispy air and sweaters, but these band knits are enchanting!! Established in 2015, Hades is a British knitwear brand, specialising in high quality wool from Scotland. Its debut winter collection, “Some Girls Are Bigger Than Others”celebrates the names of four bands: Sonic Youth, The Smiths, The Slits and Patti Smith.
Louise Misha è un brand che è stato fondato da due amiche, Aurélie Remetter e Marie Picancet a Parigi nel 2012.
Hanno lanciato il loro marchio dopo un viaggio in India, nel tentativo di prolungare la loro avventura.
L’hanno chiamato Louise Misha, fondendo insieme il nome della nonna di Marie, Louise e il nomignolo della madre di Aurelie, Misha.
Le loro creazioni sono ispirate dai dettagli vintage, dai viaggi e dallo stile bohémien.
A poco a poco Louise Misha è cresciuto fino a diventare una linea di prêt-à-porter per le bambine con tanto di gioielli e accessori. Poi, nel 2014, è nata la collezione dedicata alle donne.
Le loro collezioni estate 2016 per le bambine e le donne sono caratterizzate da colori tenui, da pizzi e ricami delicati, da elementi esotici ed etnici mescolati insieme ad uno stile hippie anni 70 e ad un pizzico di nostalgia.
Per vedere il resto della collezione visitate il loro sito web.
Louise Misha is a brand founded by two friends, Aurelie Remetter and Marie Picancet, in Paris in 2012.
They launched the brand aftera trip in India in an attempt to extend their adventure.
They called it Louise Misha, named after Marie’s grandmother ‘Louise’ and Aurelie’s mother nicknamed ‘Misha.’
Their creations are inspired by vintage details, travels and bohemian style.
Little by little Louise Misha has grown to become a full line of ready to wear, jewelry and accessories for little girls. Then in 2014, the Women collection was born.
Their Summer 2016 collections for little girls and women feature pastel colours, delicate laces and embroideries, exotic and ethnic elements mixed with a hippie 70s style and a pinch of nostalgia.
To shop & see the rest of the collection visit their website.
Nora Ephron in 1960s Photo Credit: Dan Greenburg/Courtesy of HBO
“Quando compro un libro, io leggo l’ultima pagina per prima: così, se muoio prima di finire, so quello che succede” aveva scritto Nora Ephron per Billy Christal in Harry ti presento Sally.
Io, di solito, non lo faccio mai. Ma nel caso della mia scoperta di Nora è stato così. Ho iniziato ad appassionarmi al suo lavoro solo alla fine. E’ stato dopo aver letto un articolo sulla sua morte, che ho iniziato a leggere i suoi libri e i suoi articoli.
E’ da lì che è nato il mio grande amore per Nora Ephron. Molte delle cose che ha scritto sono così incise nella mia memoria al punto che quando mi sono ritrovata a scegliere tra un cappotto nero e uno rosso mi è balenato in mente che diceva: “Mai comprare un cappotto rosso!” e a quel punto la mia scelta è stata scontata. Come quando ti capita di ricordare quella determinata cosa che ti ripeteva tua madre, tua nonna o tua zia.
Qualche giorno fa su Sky Arte ho visto “Tutto è ispirazione” (“Everything is copy“), il documentario della HBO che ripercorre la sua vita, scritto e diretto dal figlio Jacob Bernstein.
Il titolo del documentario è una specie di mantra che riassume la vita di questa straordinaria giornalista, sceneggiatrice e regista. Figlia di due sceneggiatori hollywoodiani, la madre ripeteva ossessivamente a lei e alle sue sorelle: “Tutto è ispirazione. Ciò che ti è successo diventa materiale da raccontare”. L’attenta osservazione dei minimi dettagli, dei singoli attimi, degli incidenti e delle situazioni infelici diventa materiale per una scrittura realistica e umoristica, capace di trasformare un qualsiasi evento in qualcosa di interessante e spassoso. Questa è stata la grande abilità di Nora Ephron.
La sua vita è stata materiale di scrittura fino alla malattia. Quello è stato l’unico evento della sua vita che non ha condiviso con il pubblico e che ha tenuto nascosto persino a molti dei suoi amici più cari.
Nel film Meryl Streep, Meg Ryan, Tom Hanks, Lena Dunham, Rosie O’Donnell, Rob Reiner, Steven Spielberg, Gay Talese, Mike Nichols, l’ex marito e padre di Jacob, Carl Bernstein (il cui divorzio ispirò il libro e poi il film “Affari di cuore“) e molti altri raccontano candidamente diversi aneddoti, spesso divertenti, eppure questa schiera di narratori lascia trapelare un senso di malinconia, quella di chi è stato lasciato solo e si sente spaesato.
La mia non poteva che essere una dichiarazione d’amore. Se non l’avete visto, fatelo. Concedetevi 89 minuti, magari con un pacchetto di fazzoletti a portata di mano.
Nora Ephron in 2012. (photo: Hilary McHone/NY Magazine)
“When I buy a new book, I always read the last page first, that way in case I die before I finish, I know how it ends”, Harry (Billy Crystal) explained to Sally (Meg Ryan) in When Harry met Sally written by Nora Ephron.
It was right then that I fell in love with Nora Ephron. Many of the things she wrote are so engraved in my memory that even when I found myself choosing between a black coat and a red one I remembered what she said about red coats, “Never, ever buy a red coat!”, so my choice became obvious. It’s like when a particular thing your mother, your grandmother or your aunt used to repeat and suddenly that thing pops into your mind.
A few days ago I watched “Everything is copy” on Sky Arte, the HBO documentary on her life, written and directed by her son Jacob Bernstein.
The documentary title is a kind of mantra that sums up the life of this extraordinary journalist, screenwriter and director. Daughter of two Hollywood scriptwriters, the mother always told Ephron and her three sisters: “Everything is copy. Whatever happened in your life is material to be used in your writing.” The careful observation of details, single moments, accidents and unhappy situations become material for a realistic and humorous writing, able to turn any event into something interesting and funny. This was Nora Ephron’s greatest ability.
She used her own life as material for her writings but she never went public with her illness. That was the only event in her life that she did not share with the public and she had kept secret from even her closest friends.
In this documentary Meryl Streep, Meg Ryan, Tom Hanks, Lena Dunham, Rosie O’Donnell, Rob Reiner, Steven Spielberg, Gay Talese, Mike Nichols, Nora’s ex-husband and Jacob’s father, Carl Bernstein (whose divorce from Ephron inspired her to write the book novel and ultimately the screenplay for “Heartburn”) and many others candidly tell different stories, often funny, but yet this group of narrators exudes a sense of melancholy, the same feeling you have when you feel alone and a bit lost.
This post could not but be a declaration of love. If you haven’t watched it, then do it. Allow yourself 89 minutes and keep a box of tissues on hand.
ElsaSchiaparellieraunastilistadi origini italianeche fondò a Parigi un’importantecasa di moda. Famosa per i suoi progettisartorialicon i surrealisticome SalvadorDalì eJeanCocteau, era considerata la più grande antagonista di Coco Chanel.
Elsa Schiaparelli was an Italian-born fashion designer who established an important couture house in Paris. Known for her sartorial projects with Surrealists like Salvador Dali and Jean Cocteau, she was considered Coco Chanel’s greatest rival.
Viene ricordata peril suo uso audace del colore e per aver inventato ilcolorerosa shocking. Il suocolore distintivo è stato utilizzatoper il suo primoprofumo, Shocking,lanciatonel 1937.
Nel 2012ilCostume InstitutedelMetropolitan Museumof Artha organizzatouna mostra dal titoloSchiaparelli and Prada: Impossible Conversations.
She is remembered for her bold use of colour and she invented the shocking pink colour. Her signature colour was used forher first fragrance,Shocking, which was launched in 1937. In 2012 the Costume Institute of The Metropolitan Museum of Art organized an exhibition entitledSchiaparelli and Prada: Impossible Conversations.
Quattro splendide donne francesi, rivelano ciò chesignifica davvero essere una donnaparigina: come si veste, si diverte e si comporta.
CarolinedeMaigretè una modellaparigina, produttrice musicale emusadiLancôme. SophieMasèuna produttrice cinematografica. AnneBerestèuna scrittrice. AudreyDiwanè unasceneggiatrice emagazine editor.
Four gorgeous French women, reveal what it really means to be a Parisian woman: how they dress, entertain, have fun and attempt to behave themselves. Caroline de Maigret is a Parisian model, music producere and muse of Lancôme. Sophie Mas is a filmmaker. Anne Berest is a novelist. Audrey Diwan is a scriptwriter and magazine editor.
L’affascinanteautrice del food blogMangerha pubblicatoil suo primolibro di cucinalo scorso ottobre, in cui racconta la storiadellasua vitainMédoc, Francia, conil marito fotografo, i figli e i cani.
The charming author of the Manger food blog launched her first cookbook last October. She tells the story of her life in Médoc, France, with her photographer husband, children and dogs.
Hafesteggiato l’uscita del suoprimo libroconuna serie di 12video su YouTube in cui harisposto alle domandedei fan.La Dunhamè la creatrice di Girls, l’acclamata serie televisiva della HBOe il suo libro è unasortadilibro di autobiografia, una raccolta di raccontipersonali.
She celebrated her first book by creating a series of 12 YouTube videos where she answered fans’ questions. Ms. Dunham is the creator of the acclaimed HBO series Girls and her book is a kind of memoir, a collection of personal essays.
Hannah Rochell ama lescarpe basse. Leiè fashion features editor della rivistaInStylee autrice diEnBrogue.com, un blog dedicatoalla sua passione per lescarpe basse.
HannahRochell loves flat shoes. She is fashion features editor at InStyle magazine and author of EnBrogue.com, a blog dedicated to stylish flat shoes.
Dove sono finite le donne in carriera? Emily Matchar ha pubblicato di recente “Homeward Bound: Why Women Are Embracing the New Domesticity”, un libro sul fenomeno della cosidetta new domesticity.
La riscoperta della vita in casa come naturale status femminile e non solo, che va al di là della semplice nostalgia per i bei tempi andati e dell’attuale crisi economica.
E’ un fenomeno legato alle nostre aspettative tradite da un mondo incerto e dal desiderio della mia generazione di vivere in manierà più autentica e costruttiva.
In definitiva, è poi così brutto riassaporare il piacere di una vita lenta fatta di piaceri semplici e il gusto di farsi le cose con le proprie mani? E’ davvero un segnale pericoloso per noi donne? E’ il preludio della sconfitta del femminismo?