La serie tv è basata sugli scritti di Gerald Durrell che raccontano gli anni di vita con la sua famiglia a Corfù.
La storia è ambientata sull’isola greca di Corfù nel 1935, perciò è facile immaginare quanto siano belli la scenografia e i costumi. È in quell’anno che Louisa Durrell, rimasta vedova, decide di lasciare l’Inghilterra per trasferirsi insieme ai figli a Corfù, in Grecia.
Se non avete letto “La mia famiglia e altri animali” allora dovete assolutamente vedere la serie.
Nell’attesa delle prossime puntate, potete sbirciare nelle foto ufficiali di John Roger.
Il fatto che tradurre Harry Potter non fosse cosa da nulla era già noto e ora un video di Vox intitolato “Harry Potter and the translator’s nightmare” ci racconta le difficoltà incontrate nel tradurre nelle varie lingue la serie di romanzi firmati da J.K. Rowling.
Fino al 13 novembre al Lu.C.C.A.– Lucca Center of Contemporary Art c’è la mostra “Magnum sul set. I grandi fotografi e il cinema”. 116 fotografie realizzate sui set di dodici capolavori del cinema dai più grandi fotografi dell’agenzia Magnum.
Nora Ephron in 1960s Photo Credit: Dan Greenburg/Courtesy of HBO
“Quando compro un libro, io leggo l’ultima pagina per prima: così, se muoio prima di finire, so quello che succede” aveva scritto Nora Ephron per Billy Christal in Harry ti presento Sally.
Io, di solito, non lo faccio mai. Ma nel caso della mia scoperta di Nora è stato così. Ho iniziato ad appassionarmi al suo lavoro solo alla fine. E’ stato dopo aver letto un articolo sulla sua morte, che ho iniziato a leggere i suoi libri e i suoi articoli.
E’ da lì che è nato il mio grande amore per Nora Ephron. Molte delle cose che ha scritto sono così incise nella mia memoria al punto che quando mi sono ritrovata a scegliere tra un cappotto nero e uno rosso mi è balenato in mente che diceva: “Mai comprare un cappotto rosso!” e a quel punto la mia scelta è stata scontata. Come quando ti capita di ricordare quella determinata cosa che ti ripeteva tua madre, tua nonna o tua zia.
Qualche giorno fa su Sky Arte ho visto “Tutto è ispirazione” (“Everything is copy“), il documentario della HBO che ripercorre la sua vita, scritto e diretto dal figlio Jacob Bernstein.
Il titolo del documentario è una specie di mantra che riassume la vita di questa straordinaria giornalista, sceneggiatrice e regista. Figlia di due sceneggiatori hollywoodiani, la madre ripeteva ossessivamente a lei e alle sue sorelle: “Tutto è ispirazione. Ciò che ti è successo diventa materiale da raccontare”. L’attenta osservazione dei minimi dettagli, dei singoli attimi, degli incidenti e delle situazioni infelici diventa materiale per una scrittura realistica e umoristica, capace di trasformare un qualsiasi evento in qualcosa di interessante e spassoso. Questa è stata la grande abilità di Nora Ephron.
La sua vita è stata materiale di scrittura fino alla malattia. Quello è stato l’unico evento della sua vita che non ha condiviso con il pubblico e che ha tenuto nascosto persino a molti dei suoi amici più cari.
Nel film Meryl Streep, Meg Ryan, Tom Hanks, Lena Dunham, Rosie O’Donnell, Rob Reiner, Steven Spielberg, Gay Talese, Mike Nichols, l’ex marito e padre di Jacob, Carl Bernstein (il cui divorzio ispirò il libro e poi il film “Affari di cuore“) e molti altri raccontano candidamente diversi aneddoti, spesso divertenti, eppure questa schiera di narratori lascia trapelare un senso di malinconia, quella di chi è stato lasciato solo e si sente spaesato.
La mia non poteva che essere una dichiarazione d’amore. Se non l’avete visto, fatelo. Concedetevi 89 minuti, magari con un pacchetto di fazzoletti a portata di mano.
Nora Ephron in 2012. (photo: Hilary McHone/NY Magazine)
“When I buy a new book, I always read the last page first, that way in case I die before I finish, I know how it ends”, Harry (Billy Crystal) explained to Sally (Meg Ryan) in When Harry met Sally written by Nora Ephron.
It was right then that I fell in love with Nora Ephron. Many of the things she wrote are so engraved in my memory that even when I found myself choosing between a black coat and a red one I remembered what she said about red coats, “Never, ever buy a red coat!”, so my choice became obvious. It’s like when a particular thing your mother, your grandmother or your aunt used to repeat and suddenly that thing pops into your mind.
A few days ago I watched “Everything is copy” on Sky Arte, the HBO documentary on her life, written and directed by her son Jacob Bernstein.
The documentary title is a kind of mantra that sums up the life of this extraordinary journalist, screenwriter and director. Daughter of two Hollywood scriptwriters, the mother always told Ephron and her three sisters: “Everything is copy. Whatever happened in your life is material to be used in your writing.” The careful observation of details, single moments, accidents and unhappy situations become material for a realistic and humorous writing, able to turn any event into something interesting and funny. This was Nora Ephron’s greatest ability.
She used her own life as material for her writings but she never went public with her illness. That was the only event in her life that she did not share with the public and she had kept secret from even her closest friends.
In this documentary Meryl Streep, Meg Ryan, Tom Hanks, Lena Dunham, Rosie O’Donnell, Rob Reiner, Steven Spielberg, Gay Talese, Mike Nichols, Nora’s ex-husband and Jacob’s father, Carl Bernstein (whose divorce from Ephron inspired her to write the book novel and ultimately the screenplay for “Heartburn”) and many others candidly tell different stories, often funny, but yet this group of narrators exudes a sense of melancholy, the same feeling you have when you feel alone and a bit lost.
This post could not but be a declaration of love. If you haven’t watched it, then do it. Allow yourself 89 minutes and keep a box of tissues on hand.
Tra me e Karen Blixen è stato subito amore a prima vista.
Ho letto i suoi libri, visitato la sua casa museo in Danimarca, tradotto la sua biografia per la mia tesi e visto centinaia di volte La mia Africa e Il pranzo di Babette.
Gabriel Axel, il regista de‘Il pranzo di Babette’ (1987) e il primodanesea vincere unOscar per il miglior film in lingua straniera, è morto domenicaa Copenaghen.
Il filmè basatosul romanzo diKarenBlixen. Il pranzo di Babetteè statoscrittoininglesee successivamentetradotto indanesedall’autrice.
Il film è la celebrazione della vita, dell’amore, del cibo, della generosità e anche della grandezza umana.
Babettes’ Feast, 1987
It was love at first sight between me and Karen Blixen. I readher books,visited her housemuseumin Denmark, translated her biographyfor my thesisandsaw Out of AfricaandBabette’s Feast hundreds of times.
Gabriel Axel, the director of ‘Babette’s Feast’ (1987) and the first Dane to win an Oscar for Best Foreign Language Film, died Sunday in Copenhagen.
The film is based on the novel by Karen Blixen. Babette’s Feast was first written in English and subsequently translated into Danish by author.
Stéphane Audran as Babette Babette’s Feast
The film is a celebration of life, love, food, generosity, indeed of human greatness.
Monica Vitti è una delle mie attrici preferite di sempre.
Monica Vitti is one of my favourite actresses of all time.
L’altro giorno ho visto “Io so che tu sai che io so”. Uno dei pochi film in cui uno dei personaggi è un traduttore.
In questo caso Flavia (Monica Vitti) lavora a casa come traduttrice.
I watched “Io so che tu sai che io so” the other day. One of the few movies that has a translator as a character.
In this case Flavia (Monica Vitti) works at home doing translation.
Fabio Bonetti(Alberto Sordi) è un impiegato di banca, che si gode la sicurezza di una casa tranquilla con una moglie amorevole e una figlia adolescente – fino a quando entra in pssesso di alcune pellicole filmate da un investigatore privato che gli svelano sua moglie Flavia (Monica Vitti) sotto una luce completamente nuova. Le pellicole Super 8sono state filmate per errore –il detective privato pensava di spiare la donna che abita sopra la famiglia Bonetti. Fabio vede che sua moglie beve quando non c’è nessuno in giro e scopre che sua figlia è tossicodipendente. Apprende che il suo medico aveva (erroneamente, si scopre poi) detto a Flavia che lui aveva solo pochi mesi di vita. Fabio crede che sia tutta colpa suae decide di essere un marito migliore fino a quando non viene a conoscenza della relazione della moglie con un altro uomo.
Fabio Bonetti (Alberto Sordi) is a bank employee, enjoying the security of a peaceful home with a loving wife and a teenage daughter — until he comes across some film taken by a private investigator that reveals his wife Flavia (Monica Vitti) in a whole new light. The Super-8 clips were taken by mistake — the private eye thought he was filming the woman who lives above the Bonetti family. Fabio sees that his wife drinks when no one is around and he discovers that his daughter is adrug addict. Next, he learns that his doctor had (mistakenly, it turns out) told Flavia that he only had a few months to live. Fabio believes that it is all his fault and resolves to be a better husband until he learns of his wife’s affair with another man.