Il mondo di Fulana Beltrana Sicrana

Benedetta Maxia è una ragazza italiana piena di talento che vive a Lisbona.

E’ una traduttrice, danzatrice e dalle sue mani nascono le stupende creazioni di Fulana Beltrana Sicrana.

Benedetta è una di quelle giovani donne che incarna alla perfezione il multitasking femminile e io la trovo irresistibile!

“L’idea di FULANA BELTRANA SICRANA è nata nella primavera del 2011 e il nome è la versione femminile dell’espressione portoghese “Fulano, Beltrano e Sicranoe il suo equivalente in altre lingue sarebbe “Tizia, Caia e Sempronia“, Jane, Jill and Mary”,” Pierrette, Paulette et Jacqueline “,” Fulana, Zultana y Mengana“,” Jasia, Julka i Marysia “,” Λόλα, Φαίη και Μιμή (Lola, Fay e Mimi) “Diversamente dall‘uso comune dell’espressione, le bambole sono facilmente riconoscibili Fulanas e Fulanos hanno i capelli scuri, Beltranas e Beltranos hanno i capelli rossi e Sicranas e Sicranos hanno i capelli castani e ognuno ha una personalità unica e speciale”.
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Sei danzatrice, traduttrice e creatrice di Fulana Beltrana Sicrana. Come coesistono in te questi tre mondi?

Da freelancer, sono sempre stata abituata all’idea di progetto, scadenza, ricerca, idee, disciplina, multi-tasking… e diciamo che sono questi gli aspetti che hanno in comune queste tre attività, ovviamente con le dovute sfumature. Da un punto di vista pratico, svolgendo varie professioni, si è aggiunta un’altra parola importante alla lista, “priorità”. E non mi riferisco ad una piccola traduzione, a poche ore di prove o alla creazione di un prodotto, perchè ciò avviene molto spesso, ma mi riferisco soprattutto alla realizzazione contemporanea di progetti molto impegnativi, come affrontare le prove per un nuovo spettacolo, una traduzione molto complessa o creare una collezione o uno stock di prodotti. Ognuno di questi momenti richiede molte ore di lavoro e di concentrazione, e quindi ciò mi obbliga a dover dare priorità al lavoro più urgente e, di conseguenza, a dover, spesso, rinunciare agli altri. Diciamo, comunque, che in generale riesco sempre a gestire il tutto, ovviamente spesso grazie alle nottate e ai fine settimana che, come ben sai, fanno parte dell’agenda di un lavoratore indipendente.

Fulana Beltrana Sicrana nasce da un taccuino nella primavera 2011. Cos’è diventato oggi?

In quel taccuino c’era un’ idea, un progetto che pian piano ha preso forma e che ora, grazie a tutti coloro che ci hanno creduto e che ci stanno credendo come me, è non solo una marca registrata, ma anche e soprattutto ciò che più desideravo, ovvero qualcosa di speciale che le persone vogliono avere o regalare. ‘Fulana Beltrana Sicrana’ è in vendita, oltre che in Portogallo, paese in cui vivo e lavoro, anche in Germania, Olanda, Australia, Giappone, Canada e Nuova Zelanda e si trova in molte case in Europa e in varie parti del mondo.

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Dove trovi ispirazione per le tue creazioni?

Da un punto di vista di stile, una grande ispirazione é sempre stata la musica e la moda degli anni ’60 e’70 e, di conseguenza, anche tutte le nuove tendenze che si rifanno a questi anni.

Ora come ora, mi ispiro molto anche ai personaggi di film e a stili di vita che ammiro e con i quali mi identifico, come le Pussy Riot, il Capitano Zissou, ispirato al protagonista del film di Wes Anderson ‘Le Avventure acquatiche di Steve Zissou’ e la collezione ‘Backpackers’, dalla quale nasceranno in breve altre collezioni dello stesso genere.

Da un punto di vista di materiali, il mio obbiettivo è sempre stato quello di riutilizzare e dare nuova vita a tessuti riciclati o vintage che, da anni ormai, colleziono e che appartenevo alle mie nonne, bisnonne e alle mie zie e ora anche alle nonne e alle zie di amici e di persone che danno valore e che credono in questa filosofia di vita .

Quindi, quando creo le mie collezioni o bambole personalizzate sono spesso anche i tessuti e i materiali disponibili a servire d’ispirazione.

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 Come sei diventata traduttrice e con quali lingue lavori?

Diciamo che la traduzione è sempre stata, indirettamente, presente come sopravvivenza e poi è diventata, per scelta, una professione.

Ho sempre avuto la fortuna di viaggiare e sin dal liceo ho scelto di specializzarmi in lingue. Nel 2001 mi sono trasferita in Olanda per frequentare l’accademia di danza di Rotterdam e nel 2003 mi sono trasferita in Portogallo, a Lisbona, dove ho potuto finire l’università e dove mi sono specializzata in traduzione.

Lavoro con l’italiano, il portoghese e l’inglese e le mie aree di specializzazione sono l’Architettura, il Design e le Arti dello Spettacolo.

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Esiste un legame tra la creatività e il mondo della traduzione?

Senza dubbio. Saper interpretare e trasmettere un messaggio o un significato sia in un’altra lingua sia attraverso l’oggetto realizzato.

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A parte tutto quello che normalmente si trova nelle guide, e i mille altri posti che vale la pena visitare, posso suggerire un itinerario alternativo, che faccio sempre quando qualcuno mi viene a trovare: pranzo ‘almoço’ alla ‘A Palmeira’, nella ‘baixa’, visitare la chiesa di ‘São Domingos’, vicino al Rossio e, perchè no, bere una ‘ginjinha’, visitare la ‘Casa do Alentejo’ e l’‘Ateneu’, proseguire verso l’‘elevador da Lavra’, prenderlo oppure salire a piedi fino al ‘Jardim do Torel’.

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Sicuramente, in ambito professionale, il mio obbiettivo è di riuscire a portare avanti e di far crescere i miei progetti senza dover abdicare a ciò in cui credo.

Potete trovare Benedetta e le sue creazioni qui:

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Benedetta Maxia is a talented Italian girl who lives in Lisbon. She is a translator, a professional contemporary dancer and with her gifted hands a she creates the stunning Fulana Beltrana Sicrana art dolls. Benedetta is one of those young women who perfectly embodies the female multitasking and I find her simply irresistible!

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“The idea of FULANA BELTRANA SICRANA started in the spring of 2011 and the name is the feminine version of the Portuguese expression “Fulano, Beltrano e Sicrano” and its equivalent in others languages would be “Tizia, Caia e Sempronia”, “Jane, Jill and Mary”, “Pierrette, Paulette et Jacqueline”, “Fulana, Zultana y Mengana”, “Jasia, Julka i Marysia”, “Λόλα, Φαίη και Μιμή (Lola, Fay and Mimi)”…Unlike the common use of the expression, the dolls are easily recognizable – Fulanas and Fulanos have dark hair, Beltranas and Beltranos have red hair and Sicranas and Sicranos have brown hair and each one has a unique and special personality”.

You are a contemporary dancer, a translator and the creator of Fulana Beltrana Sicrana. How do these three worlds coexist for you?

As a freelancer, I’ve always been used to the idea of the project: deadlines, research, ideas, discipline, multi-tasking, etc, and I can say that this is what these three activities have in common, but of course with the proper nuances. From a practical point of view, when carrying out various professions, it is important to add another word to the list: “priority”. And I’m not referring to a small translation, a few hours practice or the creation of a product, because this happens very often, but I am referring in particular to carrying out challenging projects simultaneously; how to deal with practice for a new show, a very complex translation or create a collection or a stock of products. Each of these jobs requires many hours of work and concentration, and it therefore forces me to prioritize the most urgent work and, consequently, I often have to turn down others. Let’s say, however, that in general I can always manage it all, of course, often due to late nights and weekends which, as you well know, are part of the life of a freelancer.

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Fulana Beltrana Sicrana was created from a notebook in the spring of 2011. What has it become today?

In that notebook there was an idea, a project that slowly took shape and now, thanks to all those who have believed and still believe in it as I do, it is not only a registered trade mark, but also what I wanted most, which is something special that people want to have or give as gifts. ‘Fulana Beltrana Sicrana’ is on sale in Portugal, the country where I live and work, but also in Germany, the Netherlands, Australia, Japan, Canada and New Zealand and they can be found in many homes in Europe and around the world.

Where do you find inspiration for your creations?

From a style point of view, music and fashion from the 60s and 70s have always been a great source of inspiration and, consequently, all the new trends are based on these years. Right now, I’m also very inspired by the characters of the films and lifestyles I admire and with whom I identify, such as Pussy Riot, Captain Zissou (inspired by the main character of Wes Anderson’s ‘The Life Aquatic with Steve Zissou’) and the ‘Backpackers’ collection, which will soon give rise to other similar collections. From a material point of view, my goal has always been to reuse and give new life to vintage or recycled fabrics, which I’ve been collecting for years now and used to belong to my grandmothers, great-grandmothers and aunts but now also from grandmothers and aunts of friends and other people who value and believe in this philosophy. So, when I create my collections or custom dolls, it is often the fabrics and materials available which serve as inspiration.

How did you become a translator and which languages do you work in?

Let’s say that translation has always been, indirectly, a means of survival and this later became, by choice, a profession. I’ve always been lucky enough to travel and since high school I’ve chosen to specialize in languages. In 2001, I moved to the Netherlands to attend the dance academy in Rotterdam and in 2003 I moved to Portugal, to Lisbon, where I was able to finish the university and where I specialized in translation.

My working languages are Italian, Portuguese and English, and my areas of expertise are architecture, design and the performing arts.

Is there a link between creativity and the world of translation?

No doubt. Knowing how to interpret and convey a message or a meaning, either in another language or through a created object.

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Aside from everything you normally find in guidebooks, and the thousands of other places worth visiting, I can suggest an alternative itinerary, which I always do when someone comes to visit me: an ‘almoço’ lunch at ‘A Palmeira’ in the ‘baixa’, then visit the ‘São Domingos’ church near to Rossio, and maybe drink a ‘ginjinha’, then go to ‘Casa do Alentejo’ and the ‘Ateneu’, before continuing on to the ‘elevador da Lavra’, which you can take or just walk up to the ‘Jardim do Torel’.

What is your dream of happiness?

In the professional world, my goal is definitely to be able to pursue and develop my projects without having to sacrifice anything I believe in.

You can find Benedetta and her creations here:

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